Gigolo Roma



A volte capita di esser chiamato per un incontro e lei ti chiede qualcosa che ha pudore e timidezza nel chiedere.



Questo è successo con una donna di Roma (non vuole essere menzionata neanche con un nome di fantasia) che mi chiama per incontrarmi. La decisione di vedermi avviene dopo esserci sentiti spesso a telefono e che ha cancellato tutti i suoi dubbi, incertezze e titubanze.



Presi accordi per dove e quando vederci in Roma, lei mi invia dove recarmi in hotel. Un bellissimo hotel in centro a due passi da Via della Conciliazione e da piazza S. Pietro. Mentre mi recavo in camera mi arriva la sua chiamata per chiedermi se tutto da lei scelto era di mio gradimento. La mia risposta gli dissi che l’avrei data al momento che entravo in camera e così è stato. Un hotel meraviglioso con vasca/doccia idromassaggio e una vista sul Tevere stupenda.



Da lì ad un’ora arriva lei tutta pimpante e gioiosa e in un istante vestiti sul pavimento di entrambi e via nella vasca idro a scambiarci piaceri reciproci a più non posso. Il sole nel frattempo era calato e nemmeno c’è n’eravamo resi conto che era il tempo già di andare a cena in una tipica trattoria romana in Trastevere. Giro in auto per una Roma di notte che si ritorna in hotel e ci si tuffa sul letto con una musica new age in sottofondo (così desiderava).



La mattina seguente arriva la sua richiesta che avevo accennato ad inizio articolo. Voleva essere accompagnata sul posto di lavoro. Richiesta un po' fuori dal normale ma come mio solito non chiedo il motivo e poi sono o non sono un accompagnatore per signore? Comunque da parte mia no problem così dopo colazione infilo giacca e cravatta ed andiamo.



Lei alla guida per una Roma caotica e ingolfata di traffico e di strade piene di buche arriviamo in zona Parioli all’ingresso di una banca. Gli chiedo a questo punto cosa ci facciamo lì e cosa vuole che faccia. Lei semplicemente voleva essere solo accompagnata in ufficio all’interno della banca e che gradissi un caffè in sua compagnia e poi andare via. Così entrammo ma non una banca normale, la solita filiale con due sportelli e due uffici, no. Una banca con dieci sportelli e decine di uffici. Era la banca capofila di zona e mentre si procedeva verso il suo ufficio vedevo gli impiegati dire “Buongiorno Direttore” a lei e con occhi tutti su di noi. Arrivati nel suo ufficio ho capito che era il capo di tutti. Una donna in carriera.



Preso il caffè nel suo lussuoso ufficio con un andare vieni di impiegati (tutte donne che mi adocchiavano) la saluto e vado via in taxi chiamato da lei per ritornare il hotel.



La sera ritorna da me e mi esprime tutta la sua felicità per la riuscita del mio andare in ufficio e festeggiamo cosi tutta la sera.



Beh, che dire: tutto bene quel che finisce bene e quando un gigolò come me rende felice una donna io sono doppiamente felice.



Baci direttore.